28 giugno 2006

la felicità non è di questa terra per le persone intelligenti


cazzeggiando allegramente per la blogosfera, mi sono imattutto in n blog veramente interessante che qui NON segnalerò. so che sarebbe contro i pricipi del buon blogger, ma mi è stato chiesto così dall'autrice e non mi sembra il caso di contraddirla.

leggendo un paio dicmmenti random, sui suoi post più interessanti, mi è caduta tra le tante banalità che si scrivono a favore di questo o quel pensiero questa frase.

oddio, è una delle tante frasette da smemoranda, però fà riflettere leggerla adesso, ad un'età che da smemo non lo è più. perché da adolescenti siamo portati tutti a vivere il bianco e il nero come unici colori, l'estremo come forma ordinaria di vita, per poterci dare dei limiti da una parte e dell'altra.
ma poi, usciti più o meno illesi, ci voltiamo indietro e ci troviamo giusti in mezzo tra il bianco e il nero sopracitati, nel fantastico mondo dei colori.

ma sto perdendendo il filo del discorso. vorrei riportare l'attenzione sulla frase sopracitata. e di dissentirne allegramente. non è vero. è da adolescenti che non hanno ancora dato un senso alle botte che si son presi. botte che sicuramente tutti riceviamo, ma loro, convinti di essere più sensibili degli altri, si perdono in esse.

cazzate. botte le abbiamo prese tutti. botte che fanno male, che tolgono il fiato, botte che ti lasciano inebetito. è successo a tutti. è non è una questione di intelligenza sentirle più o meno, ma di sensibilità. e non è neanche l'essere felici, una questione di intelligenza. la frase, letta ad anni di distanza dal target per cui è pensata, sa un po' di sfigati.

la sofferenza c'è. non ne discuto. ma esiste la felicità. a volte anche dentro la sofferenza. giuro. ci sono passato anche io.

3 Comments:

Anonimo said...

Grazie Pagemaster,
scrivi parole di senso e so che sono scritte con ponderazione, non sull'onda di uno slancio letterario. A volte ci si perde nel suono che le parole hanno in testa mentre le scriviamo.
Forse è per questo che è così difficile dire certe cose, perchè quel suono è forte e ti confonde.
Anima errante.. Eh, già, so di cosa parla. E' il posto in cui sono io ora. Davanti ad un bivio, ad molti bivii (con due "i"?) e francamente tra le due strade credo di sapere quella che devo percorrere, ma la domanda è: la voglio percorrere? E di conseguenza tutta l'energia che si sprigiona quando sai che stai raggiungendo il tuo sogno ora on si fa sentire...

Anonimo said...

Hai scritto che l'adolescenza è un periodo dove vivi sempre sulla cresta dell'onda, all'estremo.. sempre e comunque. Ed ora invece non è così. Non è più possibile farlo, perché c'è il bisogno di cose stabili. E' un bisogno, ma anche una paura.. E' eccitante pensare a cosa accadrà.

p@gemaster said...

orpo, grazie a voi. alla fine mi limito a dar forma a quello che penso. :)